BORMIO – Le fototrappole sono strumenti preziosi per studiare il comportamento animale, ma quanto sono affidabili rispetto ai metodi più tradizionali come la telemetria GPS? A questa domanda ha tentato di rispondere il Parco Nazionale dello Stelvio con uno studio dedicato che ha visto il confronto tra i dati raccolti da 50 fototrappole (2019-2023) con quelli di 23 cervi dotati di collari GPS.
I risulti hanno evidenziato come i due metodi risultino simili, ma anche delle differenze: per esempio per le femmine i dati delle fototrappole e quelli del GPS hanno mostrato una buona concordanza nell’uso dell’habitat, mentre per i maschi si sono riscontrate più discrepanze anche se l’ente ritiene che le differenze osservate tra i due metodi potrebbero essere attribuite alla diversa dimensione del campione tra i due approcci.
“Infatti, le fototrappole registrano un numero limitato di posizioni nel tempo, generando una quantità di dati inferiore rispetto al GPS che possono fornire anche fino ad un’informazione al minuto – spiegano. Questo studio evidenzia come le fototrappole possano rappresentare strumenti preziosi per monitorare il comportamento animale e funzionano bene per individuare pattern su larga scala, mentre la telemetria è più adatta per dettagli più fini. In generale, la scelta del metodo dipende dagli obiettivi della ricerca”.