CHIAVENNA – Recupero dell’agricoltura montana e valorizzazione delle varietà agronomiche locali in Valchiavenna, insieme al progetto Montagna 4.0 – FUTURe ALPS sono le due Bandiere Verdi 2024 in provincia di Sondrio assegnate da Legambiente durante il VIII Summit nazionale delle Bandiere Verdi, che quest’anno si è svolto a Chiavenna, nell’ambito del “Comunità in transizione” che ha visto confrontarsi esperti del settore e realtà territoriali.
Come ogni anno, Bandiere Verdi assegna i suoi riconoscimenti a comunità, cittadini, associazioni e amministrazioni capaci di puntare su sostenibilità e innovazione dando un nuovo futuro ai luoghi montani, minacciati da crisi climatica e spopolamento abitativo lungo tutto l’arco alpino italiano. Agricoltura, turismo consapevole e convivenza uomo-natura anche con i grandi predatori sono i tre grandi filoni delle 23 bandiere verdi di quest’anno premiate dall’associazione ambientalista.
Lombardia che guadagna nel 2024 quattro Bandiere Verdi in più rispetto alle 53 dello scorso anno. Tra queste spicca quella della Valchiavenna, con sei realtà premiate per il recupero dell’agricoltura montana e la valorizzazione delle varietà agronomiche locali (la Comunità Montana della Valchiavenna, l’Asfo di Piuro, il Consorzio Forestale di Prata, l’Associazione Amici della Val Codera, l’Associazione Patate di Starleggia e Amici della Patata di Starleggia, l’Asfo di Fraciscio Valchiavenna). Segnalata poi la SEV Società Economica Valtellinese a Sondrio (SO), per i percorsi formativi Montagna 4.0 – FUTURe ALPS.
Le altre due bandiere lombarde e quella Nera
Oltre alle due Bandiere Verdi sondriesi, su territorio lombardo c’è poi il Museo del latte di Vendrogno, a Bellano (LC); infine, premiate anche la cooperativa Sociale Eliante Onlus, Coldiretti Bergamo, WWF Italia e WWF Bergamo-Brescia, Parco Orobie Bergamasche (e Parco Mont Avic-AO) per aver avviato azioni concrete di miglioramento della convivenza tra allevamento e grandi predatori.
Una Bandiera Nera si aggiunge alle 57 precedenti lombarde: alla Società RSI srl per il collegamento infrastrutturale impattante tra i comprensori sciistici di Colere in Val di Scalve (BG) e di Lizzola in Alta Val Seriana (BG), un progetto già tramontato per problemi finanziari e ambientali e ora inopinatamente riproposto, nonostante gran parte delle infrastrutture siano a quote ormai fuori precipitazioni nevose.
Il quadro nazionale
A livello italiano, sprint delle Bandiere Verdi, che arrivano a quota 23 registrando un +15,7% rispetto al 2023 (erano 19). Vessilli green che hanno per protagonisti comunità, territori, cittadino, associazioni e amministrazioni capaci di puntare su sostenibilità e innovazione dando un nuovo futuro ai luoghi montani, minacciati da crisi climatica e spopolamento abitativo. Il Piemonte, si conferma per il sesto anno consecutivo, re indiscusso di buone pratiche con 5 bandiere green, seguito da Valle D’Aosta, Lombardia, Veneto, con rispettivamente 4 bandiere, da Veneto e Friuli Venezia Giulia, con 3 bandiere a testa, e poi da Trentino, Alto Adige, e Liguria, tutti con una bandiera. Alpi sempre più green, attente alla sostenibilità e all’innovazione.
“Con il summit nazionale delle bandiere verdi – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – vogliamo portare in primo piano le tante esperienze virtuose che arrivano dall’arco alpino, frutto di un cambiamento sociale e culturale, e da quelle aree interne del Paese che attirano sempre più giovani pronti a cambiare vita. Oggi una delle grandi sfide riguarda proprio il ripopolamento di queste zone, ripensando ad un turismo e ad un modo di vivere sempre più in una chiave sostenibile, innovativa, ma anche di inclusione sociale. Per vincere questa sfida, sia sulle Alpi sia sugli Appennini, è fondamentale non lasciare sole le comunità montane. Per questo al Governo Meloni chiediamo di sostenere la montagna con maggiori stanziamenti e incentivi economici per aiutare giovani e imprese, lavorando per un ripristino dei servizi pubblici essenziali oggi qui sempre più carenti”.
“Ancora una volta – commenta Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente – le aree montane dimostrano di anticipare i tempi del cambiamento più che altrove, mettendo in campo anche azioni di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. L’aver censito ben 23 bandiere verdi, per altro in crescita, ne è una prova. Le storie raccontate, per loro natura, vanno a definire una terza via, oltre le due opposte derive che confinano la montagna tra la museificazione e quella più aggressiva dell’industria del turismo. La nostra montagna non è il luogo dell’incontaminato, ma nemmeno il posto da stravolgere pur di gareggiare a tutti i costi com’è successo per il ghiacciaio del Teodulo in Valle d’Aosta”.