Chiesa in Valmalenco

Gli artigiani della Valmalenco ritratti nella mostra “Il futuro del passato”

Un'esposizione che mette in risalto il lavoro manuale tra Chiesa in Valmalenco e Lanzada.

Racconti di mestieri fatti con passione, che rischiano di scomparire.

Federica Lassi – 18 Giugno 2024

Chiesa in Valmalenco, Centro Valtellina, Cultura

Valmalenco Lanzada artigiani mostra

CHIESA IN VALMALENCO/LANZADA – Mestieri manuali, fatti di passione, apparentemente semplici e che rischiano di scomparire per mancanza di seguito da parte delle nuove generazioni. A incarnarli diciotto artigiani della Valmalenco nella mostra “Il futuro del passato” ritratti in delle splendide illustrazioni e raccontati con parole sentite, toccanti e lucide, a tratti ironiche.

Sono falegnami, panificatori, posatori di piöde e molti altri di cui si sono raccolte le storie attraverso un progetto nato dall’idea di Roberta Folatti e Giulia Tassi con Francesca Folatti e Cristian Bergomi, condiviso e potenziato dai Comuni di Chiesa in Valmalenco e Lanzada e supportato da l’Unione dei Comuni Lombardi della Valmalenco, l’Ecomuseo Valmalenco e la Proloco Valmalenco, con la consulenza tecnica di Fabrizia Gambetta.

“Incontri bellissimi, pieni di risvolti emotivi, durante i quali le sorprese non sono mancate. Mettendo il naso dentro la realtà degli artigiani di montagna si scopre un mondo denso, attraversato da passioni radicate, che evolve mantenendo l’antica sapienza e coniugandola con gli avanzamenti della tecnica. E si scopre come, dietro le quinte, ci siano fortissime alleanze tra generazioni, padri e figli/e che lavorano insieme, famiglie che si tramandano mestieri, tradizione e modernità unite per dare vita a qualcosa di nuovo e competitivo anche ai giorni nostri. Il lavoro si rivela un sottofondo costante che aggrega e motiva. Che dà senso. Ogni persona che ci ha permesso di focalizzare lo sguardo sulla sua realtà, ci ha regalato una storia bella, unica, per certi versi esemplare. Ha svelato la fatica, la disillusione, la paura di non avere un futuro ma anche il coraggio di resistere e l’orgoglio per un lavoro che ha continuità col passato e con un territorio amato. Tutti i nostri protagonisti sono legatissimi alla Valmalenco e ai suoi luoghi, dall’alpeggio di Mastabia alla magnifica Alpe Fora a Campagneda, paesaggi che fanno parte delle loro vite oltre ad essere mete per chiunque sia innamorato della montagna”, spiega Folatti.

Attraverso questa mostra itinerante, che attraverserà Chiesa in Valmalenco e Lanzada tra luglio e agosto, si vuole evitare che vada perso un patrimonio manuale inestimabile per il territorio malenco, strettamente connesso al contesto in cui i lavoratori vivono.

Sempre Folatti: “Molte delle persone che abbiamo incontrato ci hanno parlato della bellezza di lavorare all’aperto, a contatto con la natura, in un luogo come la Valmalenco percepito come la terra della propria realizzazione in continuità con padri e nonni. Ci auguriamo che questo messaggio forte arrivi a chi non ha ancora deciso del proprio futuro pensando forse che lasciare il territorio montano sia l’unica alternativa possibile. Altre delle persone ritratte hanno cambiato strada rispetto alla tradizione familiare intraprendendo percorsi diversi ma sempre in diretta interazione con la realtà della valle e con la sua componente turistica: la troticoltura, la gestione dei rifugi, l’attività di assistenza agli impianti fumari. Ci piace sottolineare i casi in cui le donne sono diventate le protagoniste in ambienti tradizionalmente maschili portando il loro contributo in termini di sensibilità, grinta e creatività”.

Mediante le opere di Giulia Tassi e i racconti di Roberta Folatti “Il futuro del passato” intende mettere in evidenza vecchi mestieri, storie di manualità e invenzione che vanno a integrarsi con il nuovo che avanza. Oltre alla mostra, è probabile che le illustrazioni dei diciotto artigiani saranno diffuse su materiale cartaceo.