Sondrio

Emergenza infrastrutturale: la denuncia di Confindustria Lecco e Sondrio

Il presidente Campanari: "Siamo il Paese dei tavoli, eppure per le emergenze della viabilità non esiste un tavolo dedicato".

Lorenzo Colombo – 9 Ottobre 2024

Sondrio, Alta Valtellina, Bassa Valtellina, Centro Valtellina, Valchiavenna, Attualità

marco campanari presidente confindustria lecco sondrio
Marco Campanari, presidente Confindustria Lecco Sondrio
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Marco Campanari, presidente Confindustria Lecco Sondrio

SONDRIO – Il territorio delle province di Lecco e Sondrio si trova ormai a dover affrontare una vera e propria emergenza infrastrutturale. Una situazione che ha raggiunto livelli critici, con disagi che si moltiplicano sia sulla rete stradale sia su quella ferroviaria, e che mette a dura prova non solo i residenti, ma anche le imprese, gli operatori economici e, in generale, l’intera economia locale. Le difficoltà logistiche non sono una novità, ma negli ultimi tempi le criticità sono aumentate esponenzialmente, rendendo il quadro sempre più insostenibile.

A denunciare questo scenario complesso e preoccupante è il presidente di Confindustria Lecco e Sondrio, Marco Campanari, che chiede un intervento immediato e, soprattutto, una maggiore collaborazione tra istituzioni e mondo produttivo.

“I limiti della rete infrastrutturale sono arcinoti,” afferma Campanari, spiegando come imprese e cittadini debbano fare i conti ogni giorno con una rete viabilistica inefficiente e mal gestita. “Siamo il Paese dei tavoli – prosegue il presidente – eppure per le emergenze della viabilità non esiste un tavolo dedicato, al quale i rappresentanti del mondo produttivo possano essere invitati per discutere, proporre soluzioni e pianificare interventi che riducano i disagi.” Il riferimento è alla mancanza di un confronto diretto e continuativo con le istituzioni per affrontare in modo concreto e coordinato le problematiche legate alle infrastrutture, un settore fondamentale per la competitività del territorio.

Uno degli esempi più emblematici di questa situazione critica è il caso del ponte di Brivio, la cui chiusura, prevista per 16 mesi, sta generando grande preoccupazione tra i cittadini e le aziende locali. Il ponte rappresenta un’arteria essenziale per il collegamento tra le province di Lecco e Bergamo, con migliaia di veicoli che lo attraversano quotidianamente. La chiusura, necessaria per le opere di riqualificazione, rischia di paralizzare la circolazione, soprattutto perché le alternative sono limitate. Campanari lancia una proposta concreta: l’installazione di un ponte mobile temporaneo, tipo Bailey, che consentirebbe almeno il transito del traffico leggero durante i lavori, ma sottolinea come sia essenziale che queste idee vengano discusse con le autorità competenti in un tavolo di confronto.

Anche il sistema ferroviario non è immune dalle problematiche: ritardi frequenti, treni cancellati e congestioni sono ormai all’ordine del giorno. La causa, spesso attribuita a guasti della linea, è diventata una spiegazione talmente ricorrente da risultare quasi surreale. “Non possiamo più tollerare che queste situazioni vengano considerate normali,” commenta il presidente di Confindustria, esprimendo il disagio di tanti pendolari e aziende che si trovano a fare i conti con un sistema di trasporto pubblico inefficace.

La Valtellina e la Valchiavenna, territori strategici che dipendono in larga misura dalla SS36, vivono quotidianamente le conseguenze di cantieri che si protraggono oltre il previsto, con chiusure e riaperture non sempre puntuali che aggravano una viabilità già di per sé complessa. In particolare, i cantieri aperti sulla SS36, fondamentali per il collegamento con l’Alto Lario e il resto della Lombardia, rappresentano un passaggio obbligato per la mobilità di merci e persone. Le difficoltà, però, non si limitano alla circolazione stradale, ma si ripercuotono anche sull’economia locale, con un impatto negativo sulla competitività delle imprese del territorio.

Riccardo Riva, coordinatore del Gruppo tecnico Infrastrutture di Confindustria Lecco e Sondrio, aggiunge che il territorio ha perso buone occasioni per migliorare la rete infrastrutturale negli ultimi anni. “Abbiamo avuto delle opportunità per raggiungere obiettivi significativi, ma non certo impossibili, come la realizzazione di una terza corsia lungo tutta la SS36,” afferma Riva, facendo riferimento ai lavori in corso per l’ammodernamento della strada in vista delle Olimpiadi invernali del 2026. Tuttavia, sottolinea come la mancanza di una visione strategica a lungo termine stia limitando le potenzialità del territorio. “Non possiamo limitarci a operare costantemente in un clima di emergenza,” prosegue Riva, ribadendo l’importanza di una pianificazione accurata e tempestiva per affrontare le criticità attuali e prevenire quelle future.

La richiesta di Confindustria Lecco e Sondrio è chiara: un piano infrastrutturale serio, basato su un confronto costruttivo tra istituzioni e rappresentanti economici, e la definizione di una strategia di lungo termine che tenga conto delle peculiarità del territorio, soprattutto per quanto riguarda la sua vocazione manifatturiera. “Vogliamo fare la nostra parte,” conclude Campanari, annunciando che l’associazione sta lavorando a un nuovo aggiornamento del Dossier Infrastrutture, un documento che contiene proposte concrete per migliorare la rete viabilistica locale.

Lo sviluppo economico del territorio passa inevitabilmente attraverso infrastrutture efficienti, e il mondo produttivo chiede di essere coinvolto in modo attivo nelle decisioni che riguardano il futuro della viabilità e dei trasporti. “È una questione di competitività, ma anche di qualità della vita,” conclude Campanari, lanciando un appello alle istituzioni affinché si apra finalmente un dialogo concreto e fattivo per affrontare quella che ormai non può più essere considerata solo un’emergenza temporanea.