SONDRIO – C’era anche una nutrita delegazione dalla Provincia di Sondrio a manifestare questo martedì in Piazza Duca d’Aosta, davanti al Palazzo del Consiglio regionale della Lombardia, per difendere i diritti delle persone con disabilità e per una società rispettosa dei diritti di tutte le persone.
Oggetto della protesta (a cui hanno preso parte tra gli altri Fondazione GFB, Cooperativa Orizzonte, ANFASS Sezione Sondrio, UILDM Sezione Sondrio, Associazione Ciechi Sezione Sondrio, oltre che genitori di bambini con disabilità) i tagli sulle Misure B1 e B2 deliberate dalla Giunta di Regione Lombardia relative alla disabilità gravissima e grave, supportate con risorse statali del Fondo Nazionale per la Non Autosufficienza (FNA) e con risorse regionali.
Da quest’anno, circa 3.000 di disabili gravissimi che vengono assistiti “solo” dal caregiver familiare vedranno ridursi il contributo da 650 a 400 euro mensili. Più di 250 persone che si trovano in una condizione di dipendenza vitale da macchinari (per esempio coma, stato vegetativo o tracheotomia), vedranno ridursi il contributo da 900 a 700 euro al mese. Ragazzi disabili che frequentano la scuola e coloro che convivono con spettro autistico una riduzione da 750 a 400 euro al mese.
Per quanto riguarda la Provincia di Sondrio, secondo i dati forniti dall’ATS della Montagna e Alto Lario, parliamo di 489 persone tra i 170 disabili gravissimi (interessati dalla misura B1), rispettivamente 319 persone con disabilità grave (misura B2).
La decisione di ridurre il budget dedicato alle persone con disabilità è stata giustificata da un offerta di Interventi Socio sanitari Integrativi, che forniranno servizi anziché un contributo economico. Questo piano di assistenza che dovrà essere fornito dai Comuni, risulta insufficiente. Servono 10 milioni di euro per garantire un sostegno adeguato a tutte le persone con grave disabilità che rischiano di essere escluse dalla Misura B1.
Le nuove norme, nazionali e regionali, che regolano il Fondo per la Non Autosufficienza stanno comprimendo questo diritto, riducendo le risorse economiche destinate alle persone con disabilità con lo scopo di finanziare dei servizi ad oggi non esistenti. Centinaia di persone con disabilità con elevato bisogno di sostegno, verranno messe in “lista d’attesa” invece di ricevere i supporti di cui hanno bisogno e diritto.