Vervio

Ottant’anni fa l’eccidio di Vervio: “Ignorare il passato significa rischiare di ripeterlo”

Il 3 febbraio 1945 cinque partigiani (un quinto si salvò) e un civile furono torturati e uccisi.

Santa Messa e corona d'alloro depositata davanti alle lapidi, alla presenza delle autorità.

Redazione VN – 3 Febbraio 2025

Vervio, Alta Valtellina, Attualità

Eccidio Vervio cerimonia partigiani

VERVIO – Il 3 febbraio del 1945 nella frazione Rogorbello di Vervio vennero catturati da parte dei fascisti della GNR di frontiera sei persone, cinque partigiani della Brigata Gufi e un civile. Vennero legati al collo con una corda da campana e trascinati fino a Vervio dove furono picchiati e torturati perché non vollero fornire informazioni sui loro compagni. Quattro Partigiani e il civile, un ragazzo di 20 anni, vennero fucilati mentre il sesto Partigiano, per la sua giovanissima età, venne trasferito a Brescia, dove fu condannato a morte e destinato a un campo di sterminio in Germania, riuscendo fortunatamente a fuggire durante il trasferimento. I fascisti sfogarono poi la loro rabbia e acrimonia contro la popolazione inerme incendiando le case della frazione di Rogorbello.

Vervio, come ogni anno, ha voluto ricordare questo eccidio con una cerimonia solenne ieri, domenica. Dopo la Messa in ricordo dei cinque patrioti uccisi, celebrata da don Ferruccio, la cerimonia è proseguita sulla piazza del monumento, dove è stata depositata una corona d’alloro davanti alla lapide che ricorda i martiri partigiani. Erano presenti i sindaci dei comuni circostanti da Tirano a Grosotto,  autorità militari, una rappresentanza delle associazioni d’arma (Alpini e Carabinieri), dell’ANPI ed un molti cittadini.

Il sindaco di Vervio, ing. Enrico Ciampini, nel suo intervento ha ricordato i fatti accaduti e ha esaltato i valori della pace, in un mondo attuale nel quale la pace risulta essere abbastanza compromessa.

Eccidio Vervio cerimonia partigiani

Successivamente è intervenuto il pprovinciale dell’ANPI, ing. Sergio Spolini,  che ha ricordato che  “Ignorare il passato significa rischiare di ripeterlo, significa lasciare spazio a chi in malafede vuole riscrivere la storia a suo piacimento cercando di cancellare gli ideali che donne e uomini con atti di eroismo, sofferenze indicibili, pagando un prezzo elevato come quello della loro vita hanno permesso al nostro paese di beneficiare di 80 anni di progresso e di pace facendo uscire l’Italia da uno dei periodi più bui ed atroci della sua storia”. Spolini ha poi proseguito ricordando che:” Purtroppo, dobbiamo constatare che se la lotta dei partigiani di 80 anni fa ha sconfitto il regime fascista, non ha debellato quell’ideologia nefasta su cui si basava”,  citando le stragi fasciste di Milano, Brescia, Bologna dell’Italicus ecc.  fatte per destabilizzare il regime democratico del nostro paese e bloccare lo sviluppo riformatore e progressista dell’Italia.

“La libertà, la democrazia, la pace e i diritti civili conquistati 80 anni fa sono quindi un patrimonio da proteggere strenuamente, affinché le nuove generazioni possano affrontare le sfide del futuro. Per questo l’ANPI rivendica la piena attuazione della nostra Costituzione, una costituzione antifascista, e non il suo cambiamento o modifica (come taluni oggi vorrebbero fare per snaturarla) per non tradire le aspettative per le quali i Partigiani hanno lottato.  E’ un debito morale che abbiamo nei confronti dei morti trucidati di Vervio, come nei confronti di tutti coloro che hanno combattuto  per la nostra libertà e per la giustizia sociale, oggi purtroppo messa in discussione anche con l’affossamento consapevole del sistema sanitario italiano e della scuola pubblica”.